Il naufragar m’è dolce in questo fiume

Da Nizza Monferrato fino alla Val Tidone, seguiamo un fil rouge che si chiama Barbera. Vino pop e assolutamente gastronomico, racconta storia e convivialità della Po Valley. Spesso indelebile primo amore dell’esperto bevitore, rimane nel cuore per la sua irresistibile bevibilità. Iniziamo dal prestigioso cru del Nizza, eroica denominazione che per la Barbera ha voluto creare un legame diretto col terroir, seguendo il modello francese. Erede di Armando Chiappone sta di casa qui da quattro generazioni, e Daniele ci fa scoprire il lato profondo e longevo della Barbera d’Asti Superiore, con il loro Nizza Ru. Proseguendo deviamo brevemente fermandoci a Gavi. Nota per i famosi vini bianchi piemontesi da uve Cortese. L’Azienda Agricola San Bernardo produce pochissime bottiglie di un unico vino, il Gavi Docg. Fresco e balsamico, profuma di brezza marina ed erbe aromatiche. Facendo rotta verso Tortona arriviamo a Monleale, qui incontriamo una leggenda. Tra i migliori vini bianchi d’Italia, si è affermato ormai da anni il Timorasso. E il merito è tutto suo, del signor Walter Massa. Ma lui si definisce un barberista incompreso, e la sua Barbera è il frutto di uno straordinario equilibrio sopra la follia. Superiamo il confine e raggiungiamo l’Oltrepò Pavese con Andrea Picchioni e Martilde. Vignaioli schivi e senza fronzoli, veri interpreti del territorio. Le retroetichette di Andrea riportano meravigliosamente “Vigne lontane da strade asfaltate”. Arriviamo poi in Emilia con Solenghi Gaetano, dove si vinifica una Barbera in purezza ricca e sontuosa. Che insieme alla Bonarda diventa Gutturnio, anche questo intenso ed espressivo. Entrambi vertiginosamente proiettabili nel tempo. Eh sì, il naufragar ci è dolce in questo fiume.

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